Presentazione
Durata
dal 14 Agosto 2019 al 14 Agosto 2027
Descrizione del progetto
Il 10 febbraio è stata dichiarata dal Governo italiano (legge n. 92/2004) Giornata del Ricordo “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”.
Le foibe sono voragini rocciose dell’altopiano del Carso che furono usate alla fine della seconda guerra mondiale per “infoibare” (spingere nella foiba) migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato dal Maresciallo Tito.
Sono state registrate più di 1700 foibe.
Il dramma della popolazione italiana nelle regioni orientali italiane non finì infatti con la fine della guerra, ma solo con il trattato di pace di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947. La loro sorte venne decisa dalle potenze alleate che avevano vinto la guerra. Decisero che le città di Fiume, Zara così come tutta l’Istria e le isole della Dalmazia venivano annesse (unite) alla Iugoslavia. Come se non bastasse, tutti i beni dei cittadini italiani di quelle regioni vennero confiscati. In appena due mesi gli italiani che vivevano in Istria, in Dalmazia e nella città di Fiume furono costretti ad abbandonare tutto e a fuggire in Italia. Chi non lo fece abbastanza in fretta venne ucciso dall’esercito di Tito e gettato nelle fosse delle foibe o deportato nei campi di concentramento in Slovenia e in Croazia. Si stima che, alla fine, gli esuli italiani furono almeno 250mila.
La legge che istituisce il “Giorno del ricordo” è stata proposta dal deputato triestino Roberto Menia e approvata dal Parlamento italiano nel 2004. Viene celebrata il 10 febbraio di ogni anno (perché è anniversario del trattato di Parigi di cui vi abbiamo detto sopra) con lo scopo di conservare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale italiano”.
Personale scolastico